‘Toponimi esposti’ in lingua minoritaria nella regione Friuli Venezia Giulia
Tra normalizzazione e autopercezione
DOI:
https://doi.org/10.15460/apropos.8.1924Schlagworte:
Friuli Venezia Giulia, toponimia, identità locale, lingue di minoranzaAbstract
In aree plurilingui, l’esposizione di indicazioni toponimiche in lingue diverse costituisce un contributo fondamentale per garantire la visibilità delle lingue del territorio. Nel caso di comunità linguistiche minoritarie con spiccata frammentazione dialettale, con una varietà di riferimento di recente codificazione o prive di essa, nonché in zone con scarso orientamento verso una norma esogena (isole linguistiche, ma talora anche territori di confine), la decisione di esporre toponimi in più lingue non è tuttavia scevra di problemi: va prediletta la forma locale, spesso di diffusione limitata, o una forma sovralocale? Nel caso di lingue non codificate, a quale tradizione grafica ci si deve orientare? All’esempio del Friuli Venezia Giulia, nel nordest d’Italia, illustreremo come le scelte toponimiche, talora contrastanti a seconda degli attori che le attuano, possano suscitare irritazioni e reazioni negative nella popolazione. Cercheremo poi di indagare i motivi che guidano tali scelte e quale cultura della memoria ne emerga.
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